“Dalla montagna ricevi la misura delle cose”. Intervista a Sara Donati che firma libri per bambini di tutte le età.  

Le sue opere sono tradotte in Francia, Spagna e Corea. Dalle pagine emerge uno sguardo profondo e trasversale, una poetica dello scomporre e ricomporre la realtà, tra verità e finzione. 

Dall’elenco della spesa agli appunti, dalle poesie (segretissime) alle grandi domande, Sara Donati è una donna che scrive, sempre, carta e penna alla mano. Sentirla parlare poi, incanta. Ha uno sguardo profondo e trasversale sul mondo. Che decodifica e rielabora anche grazie alle illustrazioni, unendo, in questo modo, il rigore dell’ortografia e della grammatica, alla libertà espressiva del disegno. 

Autrice e illustratrice molto apprezzata, Sara ha avuto un percorso abbastanza lineare, talvolta rallentato da dubbi e incertezze, ma in realtà sempre animato da una grande passione, una su tutte quella per la natura. 

Nata in montagna, nel bresciano, è proprio a lei, e al suo papà, che deve la misura delle cose. “La montagna, la natura più in generale, ci permette di ridimensionarci  afferma – e ci offre delle coordinate. Ci fa capire dove siamo nel mondo. Quando ci sentiamo piccoli, o magari inadatti, ricordiamoci che c’è sempre la montagna che si sente piccola davanti alle stelle. Riflettere su questi aspetti aiuta molto”. 

Nel suo libro Papà Montagna (edito da Terre di Mezzo), la frase chiave è proprio questa: “Agata si sente finalmente della gusta misura”. Chi è Agata? È una bambina urbana, abituata alla metro, alle strade trafficate e ai grandi palazzi. Non vorrebbe partire in gita con i compagni, ma alla fine si decide. Una volta arrivata nel bosco però, si stacca dal gruppo, fino a perdersi. Ed è proprio grazie al suo smarrimento, non solo fisico, che si ritroverà. Papà montagna è un libro introspettivo, adatto ai lettori di tutte le età. 

Molto indicativo è anche il nome della protagonista: Agata, pietra della famiglia dei quarzi, in stretta relazione con il sasso che il papà, nel libro, regalerà a sua figlia prima di partire. E del resto Sara Donati ama molto giocare con le metafore, con le scatole cinesi e con i mille risvolti di qualcosa. Scompone e ricompone la realtà, in eterno equilibrio tra verità e finzione. 

“Quando sento l’urgenza di trovare una risposta – spiega – e di andare a fondo, sento anche il bisogno di condividere la domanda di partenza con gli altri. Disegnare e scrivere sono per me campi di ricerca. Mi metto a lavoro sempre dopo aver trovato una sintesi convincente, mai viceversa”. E le sue risposte possono prendere mille forme: laboratori per adulti e bambini, workshop nelle scuole, mostre, albi illustrati, una rivista (è il caso dell’Erbario Umano edito dallo SpazioB**K, con cui lavorò insieme a degli adulti con difficoltà).

I suoi albi, Papà Montagna in particolare, hanno molti livelli di lettura. Funzionano semplicemente seguendo lo sviluppo della storia, oppure possono espandersi e sorprendere, se il lettore ha il tempo – e la sensibilità – di cogliere altri significati nelle parole e nelle immagini che ha davanti. 

Vero è, che ogni tanto l’autrice lascia degli indizi: ad esempio in Papà montagna ad un certo punto si deve girare il libro e, guardando l’orizzonte disegnato, si troverà una sorpresa. E poi ci sono i mille dettagli che rendono le pagine calde e piene: la copertina ad esempio, ritrae una bimba allungata su un prato che in realtà è lei anni fa, sui Pirenei, quando ingenuamente disse al padre: “se la terra è tonda e noi siamo in cima, significa che siamo sul punto più alto del pianeta”. Ricorda ancora il senso di vertigine che provò formulando questa riflessione.

Ma ancora: nella stanza in cui la protagonista è seduta a terra, è appesa al muro, in secondo piano, una foto di Charlotte Pierrande, architetta pioniera degli anni ’20, decisamente all’avanguardia. “Volevo in qualche modo – aggiunge – che il lettore intravedesse una via d’uscita. Questa architetta è ritratta di spalle, con la schiena nuda e le braccia al cielo, in segno di coraggio e anticonformismo. Così Agata, in quel momento impaurita e insicura, crescendo, potrà diventare forte e decisa proprio come quell’architetta e designer francese, una delle poche della sua generazione ad emanciparsi e fare carriera. Tra l’altro, ho la foto vera nel mio studio”.

Sara Donati, mamma di Olivia, ha studiato Illustrazione e Animazione multimediale all’Istituto Europeo di Design, a Roma, dove ha vissuto diversi anni. Ha pubblicato i suoi libri in Italia, Francia, Spagna e Corea. È rientrata da pochi giorni dal Salone del Libro di Parigi (SLPJ – Montreuil) dove la casa editrice Du Rouergue Jeunesse le ha dedicato uno stand intero. La sua nuova opera si intitola A&B bons amis. Qui un estratto in FR:

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