La Storia dell’Alimentazione attraverso i millenni. Passaggio dal nomadismo alla stanzialità fino alle malattie cardiovascolari e al sovrappeso, conosciuti già nei tempi antichi. Segui le tre uscite

Educazione alimentare: dagli antichi egizi ai nostri bambini
La Storia dell’Alimentazione è lunga quanto quella dell’uomo che, fin dalle origini, ha dovuto procurarsi di che vivere e nutrirsi. Ma l’obiettivo di questo articolo, non è solo quello di ripercorrere, in breve, questo viaggio affascinante, bensì illustrare come l’alimentazione si sia modificata nel tempo e attraverso le varie culture, influenzando lo stato di salute dell’uomo e, di conseguenza, quello dei più piccoli.
Nelle prossime uscite, parleremo anche dell’importanza dell’Educazione alimentare e della prevenzione: non è mai troppo presto per iniziare. E la formula vincente è sempre la stessa: una dieta varia ed equilibrata, affiancata da una buona attività fisica. Del resto, una citazione attribuita a Carlo Cracco recita che: “l‘educazione è una cosa seria anche a tavola.”

Nel periodo paleolitico (da 2,5 milioni fino a 11.000 a.C.)
L’uomo nasce come carnivoro, dedito alla caccia. Si cibava di proteine e grassi. Ma anche frutti selvatici, radici, foglie, germogli e semi, ricchi di zuccheri e fibre con indice glicemico molto basso. In questo periodo l’uomo cacciatore-raccoglitore viveva in armonia con la natura. Col passare del tempo, a causa delle variazioni climatiche ad esempio, iniziò a spostarsi per sopravvivere (fenomeno conosciuto come nomadismo) alla ricerca di nuove fonti di nutrimento. Proprio in virtù di queste scelte l’equilibrio della natura continuava ad essere una costante.
Nel periodo mesolitico (da 11.00 a 8.000 a.C.)
Anche nel mesolitico l’uomo nomade si alimentava sopratutto di selvaggina, bacche, semi e foglie.
Nel periodo neolitico (da 8.000 a 3.500 a.C.)
È la fase, dal punto di vista alimentare, che più somiglia a quella attuale: l’uomo diventa sempre più stanziale e vive i primi grandi cambiamenti alimentari della storia. Non è più nomade, ma agricoltore-allevatore e può diversificare la carni di cui cibarsi: maiali, capre, pecore, mucche e manzi. In agricoltura vengono introdotti il grano, l’orzo, la segale, e legumi come le lenticchie e i piselli, ma anche frutta e verdura. Inoltre, durante l’Età del Rame
(III millennio a.C.), l’agricoltura si arricchì con le colture della vite, del fico, del ciliegio, del susino, del pruno e del castagno. Furono inoltre inseriti spelta, avena, miglio, ceci, frutta secca e miele. Di cui ci cibiamo ancora oggi.

Gli Antichi Egizi (tra il 3.900 a.C. e il 343 a.C.)
Gli abitanti di questa parte del Mediterraneo avevano un’ampia produzione di animali da allevamento (maiali, ovini e bovini) e volatili selvatici (quaglie, anatre e oche). Questo popolo amava coltivare cereali, cipolle, porri, lattughe e frutta (soprattuto angurie e datteri) e leguminose. Tutti coltivati in prossimità del fiume Nilo, che rendeva il suolo molto fertile. Tuttavia, a questa ricchezza produttiva, non corrispondeva un’alimentazione sana per l’intera popolazione: i ceti sociali più benestanti si nutrivano sopratutto di carne e i ceti più bassi si alimentavano solo di cereali. Questo determinerà, nella classe dirigente, l’insorgere di problemi di salute come obesità, malattie cardiovascolari e dell’apparato digerente, nonché malattie dentarie. Come si evince, molti dei problemi quotidiani attuali hanno radici lontane…
Ancora una volta, la prevenzione è la parola chiave per il benessere, ieri come oggi. Negli adulti, come nei bambini. (Fine prima parte)